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Il settore delle porte in legno, in Italia, non accenna ad arrestare la sua crescita e segna risultati positivi sempre migliori. Secondo il report 2019 di Cerved sul mercato delle porte e finestre in legno, il 2018 ha segnato un aumento della produzione nazionale di porte del 2,5% a volume (oltre 2 milioni di unità) e del 2% a valore rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 622 milioni di euro di fatturato complessivo, contro i 610 del 2017.

Le criticità da affrontare nel settore delle porte

Si tratta quindi di un comparto in buona salute, che sconta però alcune criticità, prima tra tutte una forte frammentazione, dovuta alla presenza di un numero eccessivo di aziende di piccole dimensioni specializzate nel legno. Queste realtà, infatti, non riescono a mettere in campo investimenti adeguati, faticano ad adattarsi al mercato mutevole e restano spesso ancorate a modelli troppo tradizionali.

Un altro problema è legato all’imprevedibilità della domanda. È sempre più difficile programmare in anticipo la produzione, perché gli ordini nel corso dell’anno sono sempre più frazionati e improvvisi. Inoltre, sono caratterizzati da una gran varietà di richieste da parte della clientela, che non si accontenta più delle soluzioni standard proposte dalle aziende.

Molte realtà produttive, d’altro canto, stanno provvedendo ad ampliare l’offerta diversificandola, integrando il catalogo di porte in legno con porte in vetro, in alluminio o in laminato.

I mercati edilizio e immobiliare

I dati sul mercato delle porte in legno riflettono la ripresa del settore immobiliare, che secondo Ance nel 2018 vale circa 128 miliardi di euro, +1,5% rispetto al 2017. Nello specifico, +1,2% nel residenziale e +1,8% nel non residenziale, grazie soprattutto agli investimenti privati. Le compravendite di abitazioni, secondo l’Agenzia delle Entrate (dati provvisori), hanno toccato le 587mila unità, +6,7% anno su anno.

Per il 2019 Ance prevede un incremento del 2% del settore delle costruzioni. Tra i fattori che influiscono positivamente, la proroga delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia, inserita nella legge di bilancio 2019. Di fatto, grazie agli incentivi, la domanda di manutenzione straordinaria del patrimonio abitativo rappresenta oggi oltre il 70% del valore degli investimenti in costruzioni residenziali. Purtroppo, come sappiamo, il bonus mobili connesso alla legge non comprende anche l’acquisto delle porte interne.

L’interscambio commerciale nel settore porte

I prodotti italiani sono destinati soprattutto al mercato interno. L’export , anzi, diminuisce la sua quota, toccando i 141,1 milioni di euro, 4,7% in meno rispetto al 2017. D’altro canto importiamo sempre meno porte in legno straniere: solo 10 milioni di euro, -16% rispetto all’anno precedente.

Il più importante mercato estero di sbocco resta la Francia, che assorbe il 15,6% dell’export, seguita dalla Svizzera (9,4%), dalla Russia (8%), da Israele (7,4%) e dagli Stati Uniti (7,4%). L’interscambio di porte è frenato soprattutto dalle barriere protezionistiche decise da alcuni paesi e dagli elevati costi di trasporto, che incidono molto sul costo finale dei prodotti, tranne che su quelli più costosi.

Domanda e distribuzione di porte in Italia

Tornando al mercato italiano, la domanda del nostro Paese mostra una certa vivacità: 491 milioni di euro di porte acquistate nel 2018, +3,6% rispetto all’anno precedente.

Nel corso degli ultimi anni, il mercato nazionale è cambiato in modo sensibile. La lunga crisi economica ha assottigliato le fila della classe media, polarizzando i consumatori nella fascia bassa in quella alta: i primi acquistano le porte soprattutto nella Grande Distribuzione Specializzata, mentre i secondi preferiscono i rivenditori specializzati, capaci di fornire prodotti di qualità e una consulenza migliore, oltre che maggiore assistenza post vendita.

Il canale di vendita principale si conferma quindi quello, generico, dei rivenditori, che comprende GDS, specialisti, monomarca ecc., mentre diminuisce l’importanza della vendita alle imprese edili, che un tempo avevano un peso molto maggiore. Per i prodotti di fascia più alta, destinati a immobili di prestigio, molto spesso l’acquisto è mediato da studi di architettura e designer.

Tendenze di mercato nel settore delle porte

I dati forniti da Cerved confermano che la porta è sempre più un elemento d’arredo, importante almeno quanto i mobili. Le gamme dei produttori si fanno più ampie per rispondere a una maggiore domanda di varianti tra cui scegliere. Più attenzione viene dedicata al design e al comfort e aumentano le soluzioni coordinate con il mobilio o personalizzabili.

Cornici e ferramenta tendono sempre di più a scomparire, in favore di proposte filomuro e con cerniere a scomparsa. In questo modo si cerca di dare più respiro agli ambienti di dimensioni ridotte come quelli delle case moderne. Sempre in ottica di ottimizzazione degli spazi, si fanno strada meccanismi di apertura diversi dalle classiche battente e scorrevole, tra cui le porte a bilico, le scorrevoli a scomparsa e le porte bidirezionali.

Aumentano, poi, le imprese sensibili al tema della salvaguardia dell’ambiente, legato soprattutto all’utilizzo di legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile e all’utilizzo di materie prime biodegradabili, rinnovabili e di origine naturale.

Strategie vincenti per i produttori di porte

Cerved, nella sua analisi, identifica alcune strategie che possono fare la differenza per emergere in un mercato così frammentato e concorrenziale. Esse sono:

  • Flessibilità: il mercato favorisce le aziende dotate di elevato know-how e struttura organizzativa snella, perché rispondono meglio e più rapidamente alle specifiche esigenze dei clienti e riescono a customizzare il prodotto.
  • Collaborazioni con professionisti: soprattutto nella fascia alta del mercato, le collaborazioni con architetti e ingegneri giocano un ruolo chiave. I primi dal punto di vista estetico e i secondi da quello tecnologico possono contribuire a creare prodotti innovativi.
  • Distribuzione: per vincere la competizione è fondamentale riuscire a coprire l’intero territorio nazionale, segmentando l’offerta per target e diversificando i canali.
  • Comunicazione: indispensabile per sostenere i brand. Occorre investire in attività pubblicitarie, promozionali e di comunicazione, essere presenti alle fiere di settore, curare i materiali commerciali e i punti vendita. Da non dimenticare la presenza sui social network, capaci di creare relazioni coi clienti e di raccogliere feedback.
  • Efficienza: la domanda da parte dei consumatori è sempre più frazionata e imprevista. Una maggiore efficienza di gestione è necessaria per rispondere alle improvvise richieste del mercato.

Il caso di Flessya

Per quanto riguarda la nostra azienda, registriamo anche nel 2018 un risultato positivo, con un fatturato di 11,2 milioni di euro, in crescita dell’1,8% rispetto al 2017.

Flessya, inoltre, si configura come un player particolarmente dinamico nel settore delle porte in legno, con un Roe del 23,2% che testimonia l’alta redditività degli investimenti e la colloca al quarto posto nella classifica dei best performer da questo punto di vista.

Per il 2019, ci aspettiamo un’ulteriore accelerazione della crescita: di fatto, alla data attuale registriamo un incremento degli ordini acquisiti che supera il 10%.