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La crisi provocata dal Covid-19 ha colpito duramente l’economia mondiale e il settore arredamento non fa eccezione. Nel 2020 la produzione di mobili in tutto il mondo ha chiuso con un calo dei fatturati del 7,8%, pari a 443,2 miliardi di euro.

Ciò nonostante, il settore vede già la luce alla fine del tunnel e per il mercato dell’arredo 2021 le previsioni sono incoraggianti. Puntando su innovazione e sostenibilità, il mobile italiano può tornare a farsi sentire nel complesso panorama mondiale.

Il segmento delle porte, che comunque è riuscito ad affrontare la crisi meglio di altri, ha l’occasione di uscire finalmente dal periodo negativo e di tornare a crescere alla grande.

La situazione del Legno-Arredo in Italia

Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo, il 2020 ha segnato un calo del fatturato del 9,1% rispetto all’anno precedente.

Una flessione molto pesante, quindi, causata soprattutto dal periodo di lockdown, più severo rispetto a quello imposto in altri paesi, e dall’aumento del costo delle materie prime.

La filiera italiana del legno-arredo conta 71.500 imprese, che danno lavoro a più di 307.000 persone. Si tratta quindi di un danno molto grave ad uno dei settori trainanti dell’economia nazionale.

Sistema Arredamento, i risultati 2020

Se ci si concentra sul Sistema Arredamento (che non comprende i prodotti in legno per l’edilizia) la flessione in Italia è più contenuta: -7,8%, esattamente in linea con la contrazione del mercato mondiale.

Il mobile di alta gamma ha sofferto di più (-11,6%) mentre i danni sono ridotti per le imprese della fascia più economica (-6,9%), stando ai dati del rapporto “La filiera del legno-arredo e illuminazione” stilato dall’Area Studi di Mediobanca.

Occorre però tener conto che queste statistiche comprendono anche il segmento dell’illuminazione, che ha registrato performance particolarmente negative.

All’interno dell’UE, l’Italia è leader nella produzione al pari della Germania, con 20,7 miliardi di valore (4,7% della produzione mondiale), davanti alla Polonia che con arredo e illuminazione fattura 13,5 miliardi di euro (3%) e alla Gran Bretagna (7,8 miliardi di euro, pari all’1,8% dell’output globale).

Export

Per il Sistema Arredamento italiano, la fetta di mercato maggiormente erosa è quella dell’export, che registra un calo dell’8,3%, attestandosi sui 6,4 miliardi di euro. Al di là del lockdown, la pandemia ha portato due ulteriori penalizzazioni alle esportazioni: il blocco dei trasporti, che ha frenato pesantemente gli scambi internazionali, e l’annullamento delle fiere, ancora principale strumento di internazionalizzazione del comparto.

Il canale di sbocco più importante per i nostri prodotti resta la Francia, che segna comunque un calo -3,1%. Crescono invece addirittura le esportazioni del Sistema Arredo verso gli USA (+0,6%) e la Germania (+1,5%).

L’Italia, con il 15,5% delle esportazioni complessive, è al terzo posto nell’export dell’UE-28 (in questo caso parliamo di filiera del legno-arredo più illuminazione), e segue la Germania (18,2%) e la Polonia (16,6%).

Nel confronto mondiale, l’Italia è quarto esportatore, preceduto, oltre che da Germania e Polonia, anche dalla Cina, che raggiunge quasi il 40% dell’export mondiale.

Il mercato interno

Il fronte interno ha sicuramente reagito meglio, con una flessione dei consumi di “solo” il 7,3%. La crisi infatti è stata mitigata da un rinnovato interesse degli italiani per la propria casa.

La maggiore necessità di comfort e il bisogno di ripensare gli spazi anche in chiave smart working o di didattica a distanza hanno spinto i nostri concittadini ad investire sugli interni dell’abitazione.

Il fenomeno spiega anche la miglior tenuta del comparto residenziale rispetto a ufficio, retail e ospitalità.

Cosa ci aspetta nel 2021

In generale, per quest’anno le aziende di arredamento si aspettano una ripresa. Le previsioni sul mercato dell’arredo 2021 infatti sono ottimistiche, visto anche il recupero incoraggiante nella seconda parte del 2020.

Secondo il già citato rapporto di Mediobanca, il 79,2% delle imprese prospettano un aumento di fatturato di oltre il 5%, mentre quasi la metà (47,5%) sperano in una crescita oltre il 10%.

Buoni risultati nel 1° trimestre per il mercato dell’arredo 2021

In ogni caso, l’anno sembra aver incominciato molto bene. Il Monitor di FederlegnoArredo registra tra i suoi associati una crescita di fatturato del 31% nei primi tre mesi del 2021, che raggiunge il 40,8% sul mercato Italia, mentre verso l’estero si attesta comunque su un incoraggiante +24,6%.

Dato che il confronto è con un primo trimestre 2020 da dimenticare, FederlegnoArredo riporta anche l’aumento del fatturato rispetto al primo trimestre 2019. Gli aumenti si confermano comunque sostanziosi: +19,1% in Italia e +9% all’estero.

Per quanto riguarda i mercati di sbocco, la Francia è stabile, la Germania cresce del 5,4%, gli Stati Uniti registrano una crescita dell’11,2% e la Cina del 22,1%.

Ripartire alla grande, i nodi da affrontare

Come abbiamo visto, il comparto del mobile ha iniziato subito a riprendersi, più velocemente di tanti altri settori del manifatturiero italiano. Al di là della crisi dovuta all’emergenza sanitaria, però, ci sono molte questioni da risolvere se vogliamo che il mercato dell’arredo 2021, in particolare quello made in Italy, torni alle vette di un tempo.

Le sfide principali riguardano l’innovazione, la sostenibilità e lo storico sottodimensionamento della nostra industria.

Innovazione

La spinta verso nuovi strumenti tecnologici ha, di fatto, già favorito alcuni attori rispetto ad altri. Alla chiusura dei punti vendita durante il lockdown e ai rallentamenti comunque riscontrati nei periodi successivi nella fruizione degli showroom da parte dei clienti finali, molte aziende hanno risposto con innovazioni.

Sono fioccati i cataloghi digitali, gli showroom virtuali e i configuratori di prodotti. Noi, ad esempio, abbiamo condensato un po’ tutte queste funzioni nella nostra app ARea Flessya, in realtà aumentata.

Ha accelerato in modo importante anche lo sviluppo dell’ecommerce. Secondo i dati dell’Osservatorio B2C del Politecnico di Milano, le vendite online di arredamento sono cresciute del 32%, per un giro d’affari che si aggira sui 2,4 miliardi di euro solo in Italia.

L’opinione della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo è che lo stimolo degli acquisti online di arredo abbia avuto un ruolo non trascurabile nella ripresa della seconda parte del 2020, sia per l’export che per il mercato interno. Questa tendenza rafforzerà ulteriormente il mercato dell’arredo 2021.

Sostenibilità

Secondo il report di Mediobanca già citato, per far fronte alle deboli barriere all’ingresso nel comparto dell’arredamento, le aziende consolidate hanno sperimentato un forte impulso ad aumentare la qualità e il valore dei prodotti italiani.

Questa spinta verso l’alto, unita alla volontà di ridurre i costi, ha facilitato l’emergere di una tendenza diffusa a utilizzare in modo migliore le risorse naturali e quindi a puntare di più sulla sostenibilità.

Green economy ed economia circolare si sono rivelate armi molto efficaci per vincere la competizione globale, anche perché percepite come fortemente associate ad una maggiore qualità, soprattutto per il canale contract nei paesi avanzati.

Se tale rinnovata sensibilità ambientale, che investe l’intera filiera del mobile, è destinata ad affermarsi, si prevede un allungamento medio della vita utile del mobilio, che comporterà una maggiore esigenza di servizi di manutenzione e fornitura di parti di ricambio.

Territorio

La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ritiene che anche il territorio sia stato un fattore chiave di reazione alla pandemia per le aziende di arredamento italiane, e continuerà incidere molto anche sul mercato dell’arredo 2021.

Le filiere di prossimità contribuiscono, infatti, alla competitività dei prodotti. La vicinanza ai committenti, la flessibilità, la rapidità di reazione hanno permesso ai clienti performance molto superiori rispetto alle aziende competitor, che si affidano a fornitori che abitano all’altro capo del mondo.

Dimensione delle imprese

Il nanismo delle aziende della filiera italiana del mobile è una questione ormai più che decennale. A causa dell’esiguità degli ordini, devono subire costi di approvvigionamento più alti rispetto alle aziende dei paesi concorrenti, tipicamente più grandi.

In un contesto che ha visto una crescita rilevante dei prezzi del legname e di altre materie prime, la penalizzazione è stata molto forte. Il legno, da 150/200 euro per metro cubo all’inizio del 2020, è aumentato fino ad arrivare a 400 euro/mq e alcune tipologie raggiungono i 900 euro/mq.

In merito al mercato dell’arredo 2021, la tendenza è di un ulteriore aumento e a ciò va aggiunto un allungamento sostanzioso dei tempi di fornitura.

I numeri delle nostre porte

Nonostante la situazione difficile si faccia tuttora sentire nel nostro specifico settore, i numeri testimoniano che stiamo lavorando bene. Nei primi 6 mesi del 2021, Flessya ha registrato un aumento del 62,7% degli ordini rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 28,5% rispetto al 2019.

Anche il fatturato, di conseguenza, sta crescendo. Parliamo di un incremento del 44,9% nei confronti della prima metà del 2020 e del 24,5% se si fa il paragone con lo stesso periodo del 2019.

Purtroppo, grava ancora la grande incertezza conseguente all’estrema difficoltà nel reperire diverse materie prime necessarie alla produzione di porte, come mdf e legno.

Tutto ciò si ripercuote sia sui tempi di consegna che sui costi. I primi si sono allungati a 60/70 giorni e per alcuni prodotti arrivano anche a 90 giorni.

Per quanto riguarda i prezzi, siamo stati costretti ad aumentarli a fine aprile del 5% e da luglio di ulteriore 5%.

Puntiamo le nostre carte, ad ogni modo, su una futura progressiva normalizzazione del mercato internazionale delle materie prime, che contribuirà di conseguenza a riportare la produzione ai tempi e i costi cui eravamo abituati.