Il mercato italiano del mobile gode di buona, buonissima salute. Almeno secondo quello che emerge dagli ultimi dati sul comparto, relativi al 2021 e al primo trimestre 2022.
Tiriamo un sospiro di sollievo? Lo vorremmo tanto fare, ma il futuro prossimo potrebbe risolversi in modo non proprio ottimale, a causa della crisi in Ucraina e dell’aumento sconsiderato dei costi delle materie prime.
L’arredo, nel mondo
Secondo gli ultimi dati del “World Furniture Outlook”, il rapporto annuale sullo stato del mercato globale del mobile, rilasciati da Csil (Centre for Industrial Studies), il giro d’affari mondiale ha superato i 500 miliardi di dollari nel 2021, segnando un +12%.
Una ripresa che si aspettavano un po’ tutti, ma non in queste proporzioni. Il calo registrato nel 2020 è stato fortemente attutito dalla propensione generale a rinnovare gli spazi domestici, adattandoli alle necessità del lockdown. Con il 2021, il mercato ha ricominciato a crescere a pieno ritmo.
Tra le nazioni, il primo produttore mondiale di mobili è la Cina, cui seguono gli Stati Uniti, la Germania e l’Italia, mentre il commercio internazionale di mobili avviene soprattutto in Cina, Vietnam, Polonia, Germania e Italia. Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito e Paesi Bassi sono invece i principali paesi importatori.
Per il 2022 si prevede comunque una crescita, sebbene più moderata (4%). Le incognite però sono tante: penuria di materie prime, costo dell’energia e dei trasporti e scarsità di container creano un clima di forte incertezza.
La filiera legno-arredo in Italia
Nel 2021 la produzione della filiera legno-arredo si è attestata oltre i 49 miliardi di euro, (pari al 4,7% del manifatturiero italiano), in aumento del 14% rispetto al 2019, secondo i dati del Centro Studi di FederlegnoArredo. Di questa produzione, 18 miliardi di euro di merce (+7,3% rispetto al 2019) è destinata all’export, con un saldo commerciale attivo di 8,2 miliardi di euro.
Il comparto (che comprende anche il materiale da edilizia) occupa oltre 290mila addetti (il 7,7% del totale nazionale del manifatturiero) all’interno di circa 70.000 imprese (il 15% di quelle manifatturiere italiane). Determinante è stato l’ottimo andamento del mercato interno (+18,4% sul 2019), agevolato dai bonus edilizi messi in campo dal Governo.
Il mercato italiano del mobile
Come abbiamo già visto a livello mondiale, anche il mercato dell’arredo italiano ha risentito limitatamente della pandemia, grazie al ruolo privilegiato della casa nella vita dei cittadini. Il 2021 ha portato con sé una forte crescita, raggiungendo i 16,2 miliardi di euro di valore, pari a un +14,5% rispetto al fatturato di produzione del 2019.
A contribuire sia le vendite all’estero (+13,3% sul 2019), che hanno raggiunto i 7,9 miliardi di euro, sia quelle in Italia (oltre 8 miliardi di euro, +15,7% sul 2019).
I mercati d’esportazione più vivaci sono stati Francia, Stati Uniti e Germania.
Il mobile italiano all’estero
La Francia, principale sbocco dell’export per il mercato italiano del mobile con una quota del 17% (pari a 1,34 miliardi di euro), cresce del 21% sul 2019, dopo una flessione contenuta nel 2020. Il secondo mercato d’esportazione, gli Stati Uniti, vale 1,16 miliardi (14,7% del totale) e cresce addirittura del 41% rispetto al 2019, dopo il 2020 senza cali. La Germania segue a grande distanza, con un valore di 591 milioni (7,5% del totale) e una crescita del 14,5% sul 2019.
In recupero anche la Cina, quarto mercato, con un +11,3% rispetto al 2019 e il Regno Unito (+7%). Solo la Russia non ha ancora raggiunto i livelli del 2019 (-2,9%).
La situazione nelle Marche
Nella nostra regione il fatturato totale della filiera legno-arredo nel 2021 è pari a 3,6 miliardi di euro e conta 2.252 imprese, con 19.143 addetti. L’export marchigiano di settore vale 593,6 milioni di euro, con una crescita del 13,2% rispetto al 2020 e dell’11,7% sul 2019. Il saldo commerciale è attivo per 619 milioni di euro.
Nello specifico, il distretto del mobile conta 1.200 aziende, 13.700 addetti e vale circa 2,8 miliardi di euro nel 2021 (+17,8% sul 2019). Quasi l’80% del fatturato di mobili riguarda le cucine.
La provincia che esporta più mobili è Pesaro Urbino (+11,3% sul 19), ma è Ancona a registrare la crescita più significativa (+18,1% sul 19) La Francia è la prima destinazione delle esportazioni marchigiane di mobili, in crescita del 14,1%, seconda la Germania (+29,7%) e terzo il Regno Unito (+37,3%).
Com’è iniziato quest’anno
Stando alle rilevazioni del Centro Studi FederlegnoArredo, il primo semestre 2022 per i produttori della filiera nazionali si è chiuso con un’ulteriore crescita delle vendite (+22,2%), sia nel mercato Italia (+26,7%) sia verso l’estero (+16,3%).
Anche il macrosistema arredamento (cioè il mercato italiano del mobile in senso largo, che comprende arredo bagno, illuminazione, arredo da ufficio ma non, ad esempio, il legno per l’edilizia) sta andando bene, ma un po’ meno: l’aumento è del 15,5%, penalizzato soprattutto dal freno tirato nell’export.
Nonostante i dati incoraggianti, le preoccupazioni sono molte. Per prima cosa, ancora non è certo se questa crescita sia reale o conseguenza degli aumenti generalizzati ai listini, resi necessari dall’aumento dei costi di produzione.
Secondo il sondaggio di FederlegnoArredo, gli operatori di settore si attendono un rallentamento non appena si esauriranno gli ordini già acquisiti. La domanda infatti è destinata a calare, a causa soprattutto del minor potere d’acquisto dovuto ai rincari.
Per quanto riguarda l’export, per ora il ritmo resta sostenuto. Secondo i dati del 1° trimestre, le esportazioni crescono del 28,3% verso gli Usa, del 30% verso il regno Unito e del 29,8% verso la Svizzera.
Il rallentamento della crescita però appare evidente, come sembra confermare anche l’Istat. Già a febbraio l’export verso i paesi extracomunitari inizia a crescere meno (da +30% a +20%). A marzo la crescita dell’export è ancora più bassa: verso la Cina è solo del 6%, mentre la Russia arretra, a causa delle sanzioni (-7,3%).
L’effetto della crisi in Ucraina per il mercato italiano del mobile non è dannoso tanto per le esportazioni, quanto per l’approvvigionamento di legname, che proviene in gran parte proprio dai paesi interessati dal conflitto, direttamente o indirettamente.
La crescita in generale del mercato italiano del mobile nel 2022 si attesterà tra il 5 e il 10% rispetto al 2021, prevede FederlegnoArredo.
E Flessya? Tiene duro e continua a crescere
La nostra azienda ha le spalle larghe e questo ci permette di guardare alle difficoltà dovute alla congiuntura, soprattutto quelle future, con tenacia.
Nel 2021 abbiamo segnato un ottimo +22,4% di fatturato, sfiorando i 15 milioni di euro, +2,6 milioni in più rispetto al 2020. Anche i primi mesi del 2022 sono andati molto bene, ma da giugno abbiamo iniziato a notare un calo degli ordini di porte, come accade in tutto il comparto arredo.
Il fatturato resta comunque a livelli molto buoni: +20,9% a fine luglio, con un incremento di 1,7 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2021.
Una diminuzione seria del giro d’affari potrebbe arrivare nella seconda parte dell’anno: a remare contro sono i prezzi molto alti, le difficoltà con gli incentivi fiscali (che, ricordiamolo, avevano trainato la domanda fino qualche mese fa) e i tanti rallentamenti dovuti a problemi di gestione dei cantieri.
Staremo a vedere.