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Mentre il mercato mondiale del mobile cresce, l’arredamento italiano arranca così come, in misura minore, quello europeo nel suo complesso. A frenare le vendite nel 2023 sono stati soprattutto l’aumento dell’inflazione, con conseguente minor disponibilità a spendere da parte dei consumatori, e la situazione geopolitica internazionale, che invece ha inciso sull’export.

Il 2024 non è iniziato molto meglio, eppure buona parte degli operatori del comparto rimane ottimista, confidando in una ripresa nella seconda parte dell’anno. È questa un po’ la sintesi dell’andamento del settore dell’arredo, secondo i dati che abbiamo raccolto da varie fonti.

E Flessya, come naviga in queste acque tumultuose? Un po’ di pazienza, continua a leggere sveleremo anche questo!

Il mercato del mobile a livello globale

Secondo uno studio di Doorfinder, il mercato mondiale dei mobili nel 2023 è stimabile in 579 miliardi di dollari, in aumento del 6% rispetto al 2022 (546 miliardi di dollari). Si consolida quindi un trend di crescita già iniziato negli anni passati.

Questa tendenza positiva sembra destinata a durare ancora: Doorfinder prevede che entro il 2030 sarà raggiunto un giro d’affari da 873 miliardi di dollari. A trainarlo, l’aumento della domanda nelle regioni asiatiche del Pacifico, in rapida urbanizzazione, e l’espansione dell’interscambio internazionale di mobili.

I fenomeni chiave che accompagnano lo sviluppo del mercato sono:

  • una maggiore domanda di mobili eco-compatibili, dovuta all’affermarsi della consapevolezza ambientale dei consumatori;
  • la popolarità crescente dei mobili intelligenti, che incorporano la tecnologia per migliorare la funzionalità;
  • la ricerca di personalizzazione da parte degli acquirenti, che oggi più che mai pretendono opzioni di arredamento che riflettano i propri gusti e le proprie preferenze uniche.

Dal punto di vista della distribuzione, i canali di vendita online si stanno espandendo in modo significativo, facendo leva su una maggiore convenienza e su una scelta più ampia rispetto ai punti vendita tradizionali.

La situazione in Europa

L’Europa continua ed essere un mercato importante per l’arredamento, il terzo più grande al mondo dopo l’Asia e il Nord America. Con oltre 230 milioni di famiglie e uno dei più alti livelli di consumo pro capite, l’Europa rappresenta più di un quarto del mercato mondiale dei mobili.

Secondo CSIL (rapporto “Furniture retailing in Europe” 2024), il mercato europeo dei mobili al dettaglio 2023 ha un valore di 165 miliardi di euro, -3,5% rispetto al 2022. L’aumento del costo della vita ha contratto la spesa dei consumatori, tuttavia si prevede che la ritrovata importanza della casa, conseguenza dalla pandemia, porterà presto ad una nuova domanda.

Solo 1/5 della domanda di mobili in Europa è soddisfatta da prodotti provenienti da paesi extracomunitari. Di questa, circa l’80% proviene dall’Asia-Pacifico, di cui più di due terzi sono prodotti dalla Cina. Il Vietnam è al secondo posto. Al terzo posto c’è la Turchia, con un valore delle importazioni di oltre 1 miliardo di euro. Aumentano anche le importazioni dall’India.

Cresce il ruolo della grande distribuzione organizzata di mobili, ma i piccoli rivenditori indipendenti europei hanno dimostrato resilienza e capacità di adattamento, anche ampliando le proprie dimensioni, spesso modeste.

Il canale online è stato l’innegabile game changer del mercato durante l’epidemia e ha continuato a mantenere una posizione forte anche dopo. Nel 2023, CSIL stima che le vendite online abbiano rappresentato oltre il 10% del mercato totale.

Come reazione, gli investimenti nella digitalizzazione dei piccoli rivenditori hanno registrato un’impennata, con configuratori 3D e realtà virtuale/aumentata tra le soluzioni più diffuse. D’altro lato, gli e-commerce di mobili stanno sempre più investendo in una presenza fisica, con showroom nelle principali città europee.

La filiera legno-arredo in Italia

Nel 2023 la filiera legno-arredo italiana ha chiuso con una flessione del 7,8% del giro di affari, secondo i dati del Centro Studi FederlegnoArredo. Il settore conta su 66.500 aziende e 300mila addetti, per un fatturato di 52,7 miliardi, che è il 4,2% del manifatturiero nazionale.

Il segno meno è dovuto soprattutto all’andamento del comparto del legno (21,6 miliardi, -10,5%), mentre il macrosistema arredamento (27,8 miliardi di euro), come vedremo, registra una flessione più contenuta, -3,8%.

A pesare in particolar modo è la situazione del mercato nazionale che segna un -9,6% (32,8 miliardi), mentre l’export limita la perdita al 4,6% (circa 20 miliardi).

Si mantiene sui livelli dell’anno precedente (+0,1%) il saldo commerciale, per un valore complessivo di oltre 9,7 miliardi di euro.

In definitiva, il fatturato si mantiene al di sopra dell’epoca pre-Covid e per il 2024 le prospettive sono di un +4,5%.

Il mobile italiano alla prova del mercato

Secondo i consuntivi 2023, elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo, il macrosistema arredamento italiano registra un calo del 3,8% rispetto al 2022, tornando a quota 27,8 miliardi. Esso impiega oltre 141mila addetti attivi in un totale di poco più di 21mila aziende.

L’andamento del mercato del mobile interno (13,1 miliardi di euro, -3,7%) risulta simile a quello dell’export, che rappresenta il 53% del settore (14.7 miliardi di euro -3,8), con un saldo commerciale attivo per 9,8 miliardi di euro.

Il primo mercato di sbocco si conferma la Francia (oltre 2,4 miliardi di euro, pari al 16,5% dell’export totale), con un valore in linea con il ‘22 (+0,2%). Seguono gli Stati Uniti con 1,7 miliardi (11,7% del totale, -8% rispetto al ’22) e la Germania, con 1,3 miliardi e un -5,4%.

In quarta posizione il Regno Unito a -6,4%, al quinto la Svizzera a -3%, mentre la Spagna al sesto posto è stabile.

La Cina si conferma al settimo posto con un arretramento importante di ben il 17%. Segno positivo per gli Emirati Arabi che si trovano in nona posizione con un +5,4% (329 milioni di euro). Al decimo posto i Paesi Bassi con un -9,2%.

Mercato del mobile, le previsioni per il 2024

Secondo i dati elaborati da FederlegnoArredo, la produzione italiana ha segnato un -7,1% a gennaio, nessuna variazione a febbraio e un calo del 7,3% a marzo, per un calo cumulato nel primo trimestre del 4,9%.

In parte queste difficoltà sono spiegabili con lo spegnersi dei bonus fiscali e la minore disponibilità a spendere dovuta all’aumento dei prezzi. In parte invece si tratta di un problema più ampio, legato all’instabilità geopolitica internazionale. I dati sul Commercio estero di Istat relativo ai mobili confermano che a gennaio e febbraio l’andamento è stato stabile (-0,7%), mentre marzo ‘24 su marzo ‘23 ha registrato un netto -13,8%.

Ciò nonostante, l’outlook per il 2024 resta positivo e si prevede una ripresa del settore nella seconda parte dell’anno. Per il macrosistema arredamento le stime parlano di un +6,4% totale, diviso tra export (+10%) e mercato interno (+2,9%)

L’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano poi ha condotto un’interessante ricerca sulla vendita online di oggetti d’arredo. Il mercato e-commerce di arredo e home living (una categoria piuttosto vasta, che comprende anche l’illuminazione, gli accessori per la cucina e il tessile) ha raggiunto ormai i 4,4 miliardi di euro annui di ricavi (+12% rispetto al 2023).

I principali negozi online del settore fanno leva su nuovi strumenti esperenziali per la scelta dei prodotti (ad es. realtà aumentata, realtà virtuale applicata alla progettazione dell’ambiente casa ecc.) e su nuovi servizi molto graditi ai consumatori, come la consegna al piano.

Le tendenze in atto secondo i produttori

Ma quali sono le tendenze d’offerta che determineranno maggiormente l’evoluzione del comparto? In parte, secondo un’inchiesta di Cerved, sono le stesse che stanno già condizionando il mercato del mobile globale (vedi sopra). In estrema sintesi, ecco i tre i fenomeni che ad oggi influiscono di più nelle scelte dei maggiori produttori italiani per mantenere il vantaggio competitivo del Made in Italy:

  1. Crescente attenzione alla sostenibilità. Sempre sempre più diffusi i materiali riciclati, riciclabili e circolari (legname certificato FCS, vetro e alluminio con coefficienti di riciclabilità pari al 100%, materiali bio-based o provenienti da plastiche riciclate post consumo). Anche la progettazione viene influenzata, vista la preferenza per prodotti che utilizzano pochi componenti, con parti riutilizzabili, facilmente sostituibili e disassemblabili a fine vita.
  2. Investimento in nuove tecnologie. L’obiettivo è sia l’efficientamento dei processi in ottica di ottimizzazione dei costi, sia il supporto alla progettazione e alle strategie di marketing e comunicazione. Il nuovo piano Transizione 5.0, evoluzione del precedente Transizione 4.0, grazie alle risorse provenienti dal PNRR, potrebbe supportare l’upgrade tecnologico delle imprese.
  3. L’implementazione di IA, AR e VR. Nello specifico, l’intelligenza artificiale può essere di supporto ai progettisti e all’assistenza clienti, mentre le applicazioni di realtà aumentata (AR) e virtual reality (VR) consentono agli utenti di visualizzare gli arredi nella propria casa prima di effettuarne l’acquisto. In questo noi siamo pionieri, avendo già da anni un’applicazione di realtà aumentata d’assoluta avanguardia, ARea Flessya.

Flessya: trionfo nel 2023 e un 2024 da conquistare

L’anno passato è stato pieno di soddisfazioni. I risultati ottenuti dalla nostra azienda nel 2023, infatti, sono stati in assoluta controtendenza rispetto al mercato del mobile italiano. Il valore della produzione ha segnato oltre 20,7 milioni di euro, per una crescita del 4% nei confronti dei 19,9 milioni del 2022.

I margini sono ottimi: l’EBIT è cresciuto del 52%, da 2,1 milioni a quasi 3,2 milioni di euro. Anche i margini operativi lordi sono in aumento: l’EBITDA è passato da 3,1 a 4,2 milioni di euro nel 2023, per un incremento del 36,1%.

Inoltre, il valore dei proventi e oneri finanziari presenta un saldo positivo, a conferma della buona situazione finanziaria della società.

Per quanto riguarda il 2024, ci aspettiamo un leggero arretramento, conseguenza fisiologica di due fattori. Il primo è legato all’incendio avvenuto qualche mese fa che ha danneggiato uno dei nostri capannoni; purtroppo non abbiamo ancora recuperato al 100% l’operatività del reparto coinvolto.

Il secondo fattore riguarda un ordine molto importante ricevuto nel 2023, che ha contribuito in modo rilevante ad accrescere i ricavi. Si tratta di un caso eccezionale, che non possiamo mettere in conto anche quest’anno.

Al netto di questo grosso ordine, tuttavia, ad oggi stiamo rapidamente recuperando rispetto ai risultati del 2023 (siamo attualmente in linea col 2022) e siamo ottimisti sulla chiusura a dicembre.

La strada è ancora lunga, ma abbiamo buone gambe e lo sguardo sempre fisso sul traguardo.