Giuseppe Tollio è un volto noto e stimato tra gli agenti commerciali di Flessya. Preciso, determinato e instancabile, incentra tutta la sua attività nel consolidamento del rapporto di fiducia tra la nostra azienda e i clienti. Un professionista della vendita delle porte, con una storia personale intensa e ricca di sfide, sempre affrontate con determinazione e passione.
Incuriositi dalla sua figura, lo abbiamo incontrato per capire meglio chi è, come lavora e quali sono le sue prospettive sul mercato delle porte interne.
Giuseppe, come ti descriveresti in poche parole?
«Sono un precisino [sorride]. Credo anche di essere una persona socievole, che ama fare bene ogni cosa e lavorare con persone che condividono il mio stesso impegno. Definirsi non è facile, direi che sono un agente commerciale attento ai dettagli e orientato agli obiettivi.»
Il perfezionismo è quindi il tuo principale punto di forza…
«Ho probabilmente una predisposizione a capire i prodotti e a convincere le persone a lavorare con le aziende che rappresento. Ovviamente, per far questo scelgo di rappresentare aziende che abbiano già caratteristiche vincenti, che siano in grado di offrire al mercato valore reale. Non solo attraverso i prodotti ma soprattutto nella capacità di soddisfare i clienti.»
E come si svolge la giornata tipo di un agente di vendita di porte? Sveglia la mattina presto e poi subito in strada?
«Non sempre. Per quanto mi riguarda, alterno giornate passive, trascorse in ufficio tra richieste, ordini e risoluzione dei problemi dei clienti, e giornate attive dedicate allo sviluppo del mercato, con visite pianificate. Che poi, alla fine, non si riesce mai a rispettare rigorosamente i programmi: per ogni cliente sai quando entri ma non sai quando esci. Ma va bene, significa che il rivenditore ti sta dando spazio, che ti ascolta, che stai portando valore. È fondamentale che il cliente rivenditore sia ben informato: credo sia una delle basi del successo.»
Nelle tue parole si percepisce la passione per quel che fai. Cosa ami di più del tuo lavoro?
«L’autonomia e la libertà organizzativa. Certo, a volte questa libertà è un’illusione: spesso lavoro dalla mattina presto fino a sera tardi, probabilmente più che se fossi stato un dipendente, ma almeno vivo con la sensazione di essere il padrone del mio tempo.»
E cosa invece ti piace meno?
«La gestione dei reclami, i problemi nella comunicazione e tutte quelle piccole cose che complicano il rapporto tra azienda e cliente. Vorrei sempre che le informazioni passassero in modo fluido e rapido, ma siamo umani e la perfezione non esiste.»
Come hai iniziato? Ti sei sempre occupato di vendita di porte e infissi?
«Io provengo dai settori della nautica, del campeggio e degli articoli sportivi, in cui ero “figlio d’arte”. Quando il mercato nautico ha attraversato un periodo di crisi, ho deciso di passare a un settore più stabile: la casa.
È stata la sfida più grande della tua carriera…
«Sì, sicuramente. Lasciare il settore nautico, dove ero ben inserito, per ricominciare da zero in un campo completamente diverso… è stato un salto nel vuoto. Fatturato iniziale zero, nessuna certezza, tutto da costruire. Ma non me ne sono mai pentito.»
E poi? Come hai conosciuto Flessya?
Dopo una breve esperienza iniziale con un’altra azienda di porte, ho trovato una realtà del settore che faceva su misura e personalizzato: era la vecchia Dorica Castelli, da una cui costola si è originata Flessya (e che Flessya ha recentemente acquisito, ndr).

Quando poi Flessya è stata fondata, ho scelto di seguirla perché avevo già ottime relazioni con le persone coinvolte e sapevo che erano garanzia di qualità e affidabilità. L’inizio è stato duro, ma presto sono arrivati risultati importanti.»
Ti piace, quindi, occuparti della vendita di porte Flessya?
«Scherzando, dico spesso ai clienti che “porto la luce”. Flessya è davvero un’azienda diversa dalle altre: dinamica, innovativa, sempre attenta alle esigenze del mercato. Ogni giorno mi alzo con il sorriso, pronto a vendere porte, ed è un grande piacere.»
Come riesci a mantenere viva tutta questa passione, dopo tanti anni?
«La passione mi viene naturale, è una questione di carattere. Sono fortunato ad avere una riserva inesauribile di entusiasmo. Mia figlia, che lavora con me, ha ereditato questo stesso DNA.»
Il lavoro agli esordi era come oggi? O ci sono delle differenze?
«In passato tornavo a casa e trovavo chili di fax sul pavimento. Oggi, con la tecnologia, ogni cosa è immediata i ritmi sono diventati frenetici. Sembra di essere chirurghi che operano a cuore aperto: tutto è urgente, nessuno può più aspettare. Troppo veloce. Servirebbe una maggiore possibilità di riflessione, i problemi e le situazioni andrebbero fatti “decantare” un po’ prima di intervenire.»
Che consiglio daresti a un giovane che vuole occuparsi di vendita di porte?
«Gli direi: “Apriti un chiringuito in qualche posto esotico!” [Ride]. Seriamente, non è un lavoro facile. Non hai certezze, a meno che tu non sia già inserito. Ad esempio, nel caso di mia figlia ho iniziato a introdurla da anni, facendola lavorare con me. Oggi conosce tante persone, ha già in mano un pacchetto clienti. Entra in un settore partendo quasi dall’arrivo, insomma.
Se invece devi partire da zero devi crederci tanto e fare in modo di trovare l’azienda giusta, che ti consenta di fare la differenza. Nel mio caso sono stato fortunato: ho conosciuto presto una realtà seria come Flessya, fatta di persone che ti supportano e rispettano, per la quale puoi andare a spendere delle parole perché sai che ti danno certezze.»
Quali sono i valori irrinunciabili nel tuo lavoro?
«Beh, l’onestà la correttezza, la serietà. Il rispetto del lavoro proprio e di quello degli altri. Ad esempio non mi permetterei mai di chiamare un collaboratore e imporre qualcosa: occorre sempre gentilezze ed educazione. Tanta ne do e tanta ne pretendo»
Il tuo segreto per vendere? Su, rivelacelo…
«Non ho segreti particolari per la vendita di porte, semplicemente cerco di far bene il mio lavoro, seguo i clienti con cura, offro consigli onesti e sinceri. Per me, vendere non è mai stato solo concludere una transazione, ma creare una relazione stabile basata sulla fiducia reciproca. Voglio dare un buon servizio, esprimere affidabilità e ci riesco perché dietro di me c’è una serie di persone, come quelle di Flessya, di cui mi fido e che mi consentono di proporre sempre un ottimo prodotto. Quando trasmetto questa fiducia al cliente, il gioco è fatto.»
Il mercato, invece, come lo vedi in questo momento?
«Il mercato è stato gonfiato e falsato dagli incentivi fiscali (come il Superbonus 110%). Ci confrontiamo con gli anni precedenti, ma non abbiamo più la spinta che c’era prima. Ora stiamo tornando verso la normalità e la situazione richiede una maggiore attenzione».
Come vedi il futuro per produttori come Flessya?
«Se guardiamo al breve, ci sarà sicuramente un po’ di flessione, una difficoltà legata, come dicevo, al fatto che non c’è più il supporto degli incentivi. Però Flessya è un’azienda dinamica, attenta all’innovazione e che si sa muovere nel mercato con i giusti punti di riferimento, quindi secondo me potrà solo crescere e fare bene. Inoltre, ha la fortuna di avere all’interno, nei vari reparti, delle persone che sono davvero perle rare. E non dimentichiamoci che un’azienda non è fatta di marchi o prodotti, ma di persone.»
Siamo ormai alla conclusione, abbiamo le ultime domande di rito da farti. La prima: cosa fa Giuseppe Tollio fuori dal lavoro? Hai passioni, hobby…?
«Il mio hobby principale è il lavoro, è la mia unica grande passione. Ma nel tempo libero mi piace andare in campeggio o fare passeggiate col mio cane. Una volta praticavo sport, ma parliamo di anni fa, quando ero più forma!»
Che tipo di porte hai a casa tua?
«Porte Dorica Castelli pantografate, in stile classico dato che è una casa provenzale, tradizionale. Le ho fatte fare 22 anni fa e sono ancora come nuove. La qualità, come quella di Dorica Castelli che Flessya ha ereditato, è destinata a durare nel tempo.»
Invece, tra tutte quelle del catalogo, c’è un modello di porta che preferisci?
«Mi piace molto la Combina, soprattutto quando è in versione scorrevole, perché da la possibilità di sviluppare pannelli di grandi dimensioni, di combinare 2 elementi insieme e di giocare sull’armonia del decoro.»
Bene, ci siamo detti tutto. Ti ringraziamo per la disponibilità. Vuoi salutare a modo tuo i lettori?
«Certo! Forza Flessya!»