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“Un ragazzo di 52 anni che fa il suo lavoro con molta passione”. Si definisce così Marco Marchegiani, da sempre responsabile di tutta la parte amministrativa di Flessya. Sobrio ma non serioso, meticoloso ma mai pedante, Marchegiani ricopre in poche parole la carica che in altre aziende si chiamerebbe CFO.

Un lavoro impegnativo, quindi, che fin dal 2007, l’anno dell’avvio produttivo dell’azienda, lo ha portato a confrontarsi con tante situazioni complesse e diverse congiunture sfavorevoli: dalle crisi finanziarie alla scarsità di materie prime, dai mercati instabili alle difficoltà legate ai conflitti internazionali, tutte affrontate con successo.

Per capire quale sia il segreto del nostro “maestro artigiano dei numeri”, abbiamo deciso di intervistarlo.

Dunque, andiamo subito al punto. Qual è il tuo segreto?

Il mio segreto? Beh, forse è che faccio quello che mi piace. Ho lavorato in Flessya fin dall’inizio e ho sempre vissuto con partecipazione la sua evoluzione, contribuendo a pianificarne lo sviluppo. Nonostante col passare degli anni ci sia sempre una maggiore frenesia e aumenti lo stress, al mattino mi alzo sempre con lo stesso entusiasmo.

Un bel traguardo, quello di fare un lavoro che piace davvero.

Non cambierei mai il mio lavoro. Sono convinto che la passione per ciò che si fa è un elemento che fa incredibilmente la differenza nello svolgimento del proprio compito. Di certo non annulla la fatica o lo stress, ma rende tutto questo più sopportabile perché ogni sacrificio è fatto in nome di un progetto più grande.

Come vivi la responsabilità del tuo ruolo in azienda?

La vivo in maniera tranquilla perché ogni giorno sento la fiducia dei colleghi e della proprietà. Per carità, non si finisce mai di imparare, ma è anche vero che con gli anni si accumulano esperienze che consolidano le certezze nella propria professione.

Inoltre, riuscire a raggiungere gli obiettivi è una grande gratifica. Un esempio calzante sono i piani di investimento quinquennali, decennali e quindicinali fatti 16 anni fa, quando abbiamo iniziato. Dopo pochi mesi fallì Lehman Brothers, scatenando la crisi dei mercati finanziari del 2008. In pratica abbiamo corso in salita fin da subito, ma nonostante tutto abbiamo superato le previsioni del business plan. Una grande soddisfazione, un successo di tutta la squadra.

Secondo te, che caratteristiche deve avere chi vuole intraprendere una carriera simile alla tua?

Occorrono tre qualità fondamentali: essere determinati, precisi e razionali. Io sono un maniaco della precisione e sono molto ostinato. Se una cosa deve quadrare, non mollo fino a quando tutto non porta con esattezza.

E un veterano come te, come vede il futuro del suo lavoro?

La professione è in continuo movimento. L’innovazione tecnologica, la formazione, sono questioni da considerare ogni giorno. Devi essere elastico, pronto ad aggiornarti, perché i cambiamenti sono continui, qualunque sia la loro natura: tecnologica, metodologica, amministrativa o finanziaria. Se prima le cose cambiavano ogni 5 anni, oggi ogni anno devi metterti in discussione.

Flessya è conosciuta per la sua flessibilità nell’adattarsi alle esigenze del cliente e anche per la gamma molto ampia di prodotti. Come influisce questo sulla gestione amministrativa dell’azienda?

Dal punto di vista amministrativo, se fossimo un’azienda standard potremmo trattare tutti i prodotti con gli stessi processi. Nel nostro caso ci sono molti più dettagli da tenere sotto controllo. È un lavoro complesso sia in ambito produttivo che di rendicontazione. Ad esempio, è impegnativo ottenere report affidabili per il controllo gestionale in genere, perché le variabili sono molto più numerose.

Per far fronte a tutta questa complessità, ci affidiamo a strumenti tecnologici innovativi. Ad esempio, il software che gli agenti utilizzano in mobilità è integrato con le funzioni amministrative dell’azienda. Noi aggiorniamo tutti i dati in tempo reale e gli agenti stessi sono sempre costantemente al corrente dei dettagli, anche contabili, relativamente alle posizioni dei propri clienti.

Lo chiediamo a te che hai tutti i numeri sotto mano. Come sta andando il 2023?

Anche se è presto per redigere un bilancio, è chiaro che questo per Flessya è un anno decisamente importante. Ricordo che questo è il primo esercizio dopo l’avvenuta fusione per incorporazione di Dorica Castelli: un iter che ha comportato impegni non indifferenti nella riorganizzazione, a causa dell’incremento rapidissimo di strutture, macchine e soprattutto risorse umane. Siamo passati da 50 a 75 persone, un aumento del 50% del personale.

Un impegno notevole a livello amministrativo

Le fusioni per incorporazione non è che le fai tutti i giorni. Per me capire come sovrapporre i bilanci e riunirli è stata una scoperta, ma l’ho fatto con entusiasmo: è stato un vero arricchimento, oltre che una sfida.

E quindi, il 2023?

Non possiamo certo lamentarci, stiamo andando verso un’ottima chiusura dell’anno. Per fortuna, non essendo stati coinvolti dagli incentivi legati ai vari superbonus o sconti in fattura, se non in maniera marginale ed indiretta, non abbiamo accusato contraccolpi alle vendite legate alle ristrutturazioni in genere. Ci sono però altri fattori che ritengo non siano da sottovalutare per i prossimi esercizi.

Che tipo di fattori?

Sullo sfondo macro economico vedo un contesto complesso e volatile. Tra la costante instabilità geopolitica, la corsa dell’inflazione e il rischio mal scongiurato di una imminente stagnazione dei mercati edili, non sarà facile per il settore arredo.

In particolare, quella che mi preoccupa di più è l’inflazione, non ancora controllata dalla restrittiva politica economica monetaria della Bce. Con la corsa della crescita dei tassi di interesse, temo l’effetto boomerang di un freno ai consumi legati ai fabbisogni non primari, come la porta per interni.

Detta in altro modo, un bene come la porta, coi tassi d’interesse così alti, lo cambi solo se hai già soldi da parte: difficilmente l’italiano medio si indebiterebbe. È più probabile che la spesa per le porte nuove venga rinviata.

Ci aspettano dunque tempi bui…

Non necessariamente. Abbiamo affrontato con successo periodi decisamente peggiori. Per continuare a mantenere un trend positivo, credo che nel nostro settore sarà cruciale darsi da fare sotto diversi aspetti. Ecco quelli che ritengo più urgenti:

  • dobbiamo accelerare sul fronte degli investimenti strategici, tra i quali l’ottimizzazione dei contratti di fornitura di energia;
  • occorre una maggiore semplificazione normativa, sia per snellire la burocrazia che per rendere le norme più chiare;
  • andare avanti con i processi di digitalizzazione. Su questo siamo già sulla buona strada;
  • continuare ad investire in ricerca e sviluppo e in innovazione tecnologica;
  • non trascurare mai la formazione, per tutti: dal tirocinante al veterano;
  • promuovere ulteriormente l’export. Il mercato interno ormai non basta più;
  • ultima, ma non meno importante, operare in direzione di una maggiore sostenibilità ambientale.

Sono convinto che tutti questi obiettivi si possano raggiungere. L’importante è continuare come abbiamo sempre fatto, con il costante coinvolgimento di tutto il team Flessya.

Vorremmo concludere l’intervista con tre domande più personali. La prima: cosa fa nel tempo libero Marco Marchegiani? Hai degli hobby, delle passioni…

Mi piace seguire lo sport, in genere, ma per rilassarmi davvero adoro passare le giornate da eremita per le alture del mio territorio, a piedi o in moto. La solitaria contemplazione dei paesaggi è per me continua fonte di ispirazione. Mi rigenera il fisico e la mente.

Per tutto il resto c’è la mia famiglia, la patria del mio cuore.

Veniamo alla seconda. Qual è la tua porta o linea di porte preferita?
Una porta Flessya, ovviamente. In particolare mi piacciono le porte dalle linee moderne, magari con laccatura a porto aperto, che uniscono i vantaggi estetici del legno a quelli del laccato. A casa mia ho appunto porte in finitura frassino a poro aperto.

E qui ci dai il “la” per la terza domanda. Parlaci dell’arredamento di casa tua. Qualche stile in particolare?

Mi piacciono di più gli arredi contemporanei. I miei sono mobili dalle linee pulite, essenziali, a volte abbinati a qualche oggetto di design. Ho delle belle lampade, ad esempio. In generale, cerco di mantenere un equilibrio stilistico, evitando ogni eccesso. La ricerca dell’equilibrio è un po’ una caratteristica che mi definisce, sotto ogni aspetto.

Marco Marchegiani